Incisioni al Cornèl dè l'àvia

Il Cornel de l'avia

Dal margine nord-est del conoide di Villicampo, partendo da quota 680, salendo fino a quota 850 e procedendo fino al Dos de la Crus, si estende un altro territorio che ha il suo centro nel Cornel de l'Aiva. Qui sono state individuate almeno 6 rocce incise, alcune delle quali di particolare interesse e con incisioni tipologicamente nuove.

Roccia n. 1

Lungo il sentiero che dal margine nord del conoide di Villicampo sale al Cornel de l'Àiva, un masso ospita una figura cruciforme.

Roccia n. 2

La roccia n. 2 è quella che dà il nome alla località (cornel = roccia in posizione dominante ed emergente rispetto ai piani circostanti; de l'àiva = dell'acqua). La parte sommitale di questa roccia ospita un esteso incavo naturale nel quale confluisce molta acqua piovana, conservandola per molto tempo. Sulla roccia sono presenti numerose coppelle distribuite in maniera apparentemente casuale. Una di queste, incisa con molta cura accanto alla pozza naturale, di forma ovale, è di circa 20 cm di lunghezza e sembra realizzata in piano al fine di poter accogliere qualche cosa. Considerata la posizione dominante sulla valle ed all'estremità di un esteso pianoro, non è escluso che questa roccia possa aver svolto la funzione di roccia altare. Sulla stessa, nella porzione più liscia che guarda verso valle, proprio sopra i segni residui di uno "scivolo rituale", sono presenti alcune figure cruciformi cristiane, chiaramente realizzate con l'intento di cristianizzare la roccia legata a pratiche magico - religiose "pagane".

Roccia n. 3

La roccia n. 3 è una grande superficie poco discosta dal Cornel de l'Àiva, la cui sommità è a livello del sentiero che da Villicampo sale al "Dos de la Crus", fiancheggia lo stesso e, con forte pendenza, scende a valle. La pulizia della stessa ha evidenziato una doppia pendenza: quella appunto verso valle e l'altra a nord, altrettanto scoscesa ma meno intaccata dagli agenti disgregatori di superficie. Lo stato della roccia, fortemente alterata dai licheni, dai muschi e da radici arboree, ha reso particolarmente difficile la lettura, il rilevamento e l'analisi dei segni. L'estremità superiore della roccia è costeggiata dal sentiero di cui si è detto; probabilmente, onde evitare smottamenti, ma soprattutto onde evitare che la roccia venisse calpestata o comunque "profanata" dal passaggio, è stata intenzionalmente protetta a monte per mezzo di un allineamento di massi. 

Va ricordato in proposito che un accorgimento analogo è già stato riscontrato in località Dos de Costa Peta in comune di Paspardo (Priuli, 1979). La porzione più elevata, di ridotte dimensioni, è abbastanza in piano e ospita alcune coppelle e numerose tracce di picchiettature apparentemente tese a rifinire il piano. Le superfici in pendenza sono fittamente incise limitatamente al terzo superiore dell'intera roccia e le incisioni stesse sono distribuite a ventaglio quasi a seguire, con estrema naturalezza, le variazioni e la direzione delle pendenze. Forse per la prima volta nella produzione paleoiconografica della Vallecamonica, italiana e persino europea, su questa roccia sono presenti tipi figurativi che, pur teoricamente contemplati nella seriazione tipologica della categoria 17 (Priuli, 1985), sono completamente nuovi come presenze reali. Si tratta di figure geometriche composte, di varie forme e dimensioni, isolate in alcuni casi, tra loro associate e composte in altri, mai tra loro sovrapposte. La figura di cm 52 circa di altezza è una forma a ogiva aperta e interrotta in basso da una frattura naturale trasversale. Al suo interno sono presenti dei gruppi di linee trasversali: il primo costituito da tre linee brevi, il secondo, più in basso, da quattro linee profonde e grosse e da una quinta più sottile. Un gruppo di 15 piccole coppelle superficiali sembra completare la composizione. La linea di contorno, sul lato destro, in parte è comune alla figura 2, di forma rettangolare con angoli arrotondati. La rappresentazione, di cm 25 circa, ospita al suo interno quattro tozze linee trasversali. La figura prosegue verso il basso per circa 16 cm con una zona totalmente picchiettata. 
La figura 3 ha una forma vagamente ovale ed il suo pessimo stato di conservazione permette di registrare la presenza di poche linee trasversali, due per l'esattezza, e una serie di tracce di lavorazione non ben definite.
La figura 4, dal punto di vista compositivo, sembra quasi essere il naturale proseguimento della figura 1, solo interrotta dall'ampia spaccatura trasversale. In successione, dall'alto verso il basso, è costituita da gruppi di linee brevi che si alternano a gruppi di linee lunghe; sembra mancare la linea di contorno, tranne che per un breve tratto a destra.
La 5, di circa 40 cm, è un breve ovale che accoglie un gruppo di cinque linee trasversali alla base delle quali sono incise tre coppelle superficiali. La 6 è una delle figure meno leggibili ed è costituita da una linea di contorno conservata, limitatamente alla porzione sinistra e da quattro linee trasversali, a gruppi di due.
Altre tracce di linee si estendono sulla destra delle prime e, come nelle figure 1 e 5, sono presenti piccole coppelle superficiali. La figura 7 è una delle meglio conservate. In forma ovale, con appendici che fuoriescono sulla destra e un'altra che forse la collega alla figura 6, accoglie al suo interno sette linee trasversali. Alla sua destra altre linee parallele (10) sembrano parte di un'altra figura simile alle precedenti, ma priva di linee di contorno. La figura 8, mal conservata, doveva essere un ovale aperto in alto, ospitante una serie di linee parallele, mentre la 9, più geometrica, è illeggibile nella parte inferiore o forse incompleta. La figura 11, incompleta, è costituita da più linee lunghe, parallele e ravvicinate, e parzialmente dalla linea di contorno; a essa sembra associata un'altra figura poco conservata (12).
Se le figure precedentemente prese in esame sono tutte orientate in una stessa direzione e si debbono vedere dal lato sinistro della roccia, le figure 13, 14, 15, 16, 17 sono orientate verso ovest, cioè seguono l'inclinazione naturale della roccia che scende verso valle. La 13, di circa 40 cm, più geometrica delle precedenti, con poche linee trasversali, è aperta sul lato destro. La 14 e la 15 sono costituite da gruppi di linee parallele, brevi ma in progressione di lunghezza. La 16 è più complessa, presentando una serie di linee parallele brevi e una di linee più lunghe con un accenno di linea di parziale contorno. Gruppi di linee vagamente meandriformi caratterizzano la porzione centrale della roccia. Numerose coppelle di varie dimensioni e in diverse composizioni caratterizzano tutta la superficie incisa. Alcune sembrano in relazione con le figure geometriche composte, molte sono tra loro associate e in composizione, altre sembrano avulse dal contesto iconografico esaminato. Alcune coppelle sono disposte in file e unite da canaletti artificiali o da naturali crepe della roccia e sono parzialmente ritoccate; altre sono tra loro unite, a costituire "coppie", da piccoli canaletti o tanto ravvicinate da risultare forme "a 8". Il tipo di roccia non ha conservato, tranne rari casi, le picchiettature, tuttavia dall'analisi che si effettua risulta evidente come tutte siano state eseguite per mezzo di strumenti litici: probabilmente pietre in quarzite battute direttamente sulla roccia

La particolarità della roccia 3

Come si è detto, in Valcamonica questa è stata la prima roccia a rilevare rappresentazioni di questo tipo della categoria 17, pertanto risulta difficile coglierne i reali contenuti. Recentemente una roccia con composizioni figurative del tutto simili è stata individuata dallo scrivente anche nel territorio adiacente di Edolo - Mu e ha permesso di ipotizzare che anche questi tipi figurativi possano effettivamente essere rappresentazioni di tipo planimetrico o forse addirittura rappresentazioni di "sinte", attraverso soluzioni grafiche geometriche e schematiche, cariche di contenuti simbolici e numerici. Gli unici raffronti, sia pure vaghi, sono con rappresentazioni di Caven nel comune di Teglio, in Valtellina e con Monte Bego nella regione di Val Fontanalba, le quali sono figure di tipo planimetrico: forse rappresentazioni di appezzamenti di suoli variamente coltivati e planimetrie di insediamenti a uso abitativo. Ulteriori confronti tipologici si possono effettuare con alcune incisioni rinvenute in Cile e più esattamente nella regione di La Pintados de Marquesa e con rappresentazioni svedesi di Nykopiger. Rimane comunque singolare il fatto di rinvenire queste figurazioni in un ambiente che non ne aveva mai offerte prima e in particolare in un'area fino ad ora considerata periferica rispetto ai territori con grandi concentrazioni. Per quanto concerne la collocazione cronologica di queste figure, grazie al confronto con una simile presente sulla "Corna di Batì" sovrapposta da una rappresentazione eneolitica, è possibile ipotizzarne l'appartenenza alla prima metà del terzo millennio a.C. e forse anche ad un periodo precedente.

Rocce 4 e 5

L'esplorazione del territorio a monte del Cornel de l'Àiva e verso la croce ha permesso di cogliere come le rocce affioranti siano particolarmente rovinate, alterate dai licheni e soprattutto dagli agenti atmosferici; tuttavia tra queste si individuano vaghe tracce di presenze antropiche, alcune costituite da muretti, allineamenti di grosse pietre, antichi sentieri e tracce di incisioni. Le rocce n. 4 e 5, poco a monte della n. 3, ospitano alcune coppelle.

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Ultimo aggiornamento
18 giugno 2021